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«Polvere di cenere, polvere di polline». Una considerazione del padre abate Bernardo sulla Quaresima appena iniziata

Meditazioni

Polvere di cenere, polvere di polline

Che strano inverno con questa presunta primavera di anomali tepori e di improvvide fioriture così succubi alle inquietanti temperature di queste ore. Fortuna resiste il ciclo delle stagioni liturgiche che, ritmate dalle energie dello Spirito Santo, ci restituiscono con puntuale umiltà il gusto di una scansione oggettiva del tempo che non consuma, non lima, non usura, ma al contrario ci rinnova perché dono del Signore dal suo fecondo futuro al nostro incerto presente. Oggi questa novità ha l’aspetto cinerino e polveroso di un passaggio scomodo ed esigente, oltremodo paradossale se comparato all’intrusione precoce di così innumerevoli petali variopinti e seducenti. Eppure senza quella cenere chissà quante nostre presunzioni, illusioni, egoismi! Non c’è bagliore smaltato che tenga: su tutto di noi si posa e si posi quel poco di scoria combusta che oltraggia per umiliare, soffoca per guarire, sporca per nettare. Perseverando nella sobrietà lucida e logica di un discernimento insonne e sapiente a fine corsa capiremo, nella luce indelebile di Pasqua, che quanto pareva grigiamente mortifero era solo un bellissimo tocco di grazia che saliva dalla terra per posarsi dal cielo sulla nostra fronte come polline di vita nuova e diversa. Una vita finalmente obbediente non ad egoiche e bellicose follie, ma solo e soltanto al perdono costante di un Padre paziente, teneramente stretta all’abbraccio del Figlio amato e liberata per sempre dal fuoco dello Spirito.

 

Firenze, San Miniato al Monte

14 febbraio 2024, Mercoledì delle Ceneri

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