Essere monaci a San Miniato al Monte

È davvero difficile immaginare senza custodia il varco che apre allo stupore dell’uomo la suprema bellezza della futura dimora celeste. Oppure pensare priva di sentinelle la porta che presidia il bene della città, sul cui destino veglia sempre lo sguardo amoroso e benedicente del nostro grande Cristo Pantokrator.

Ancora più assurdo sarebbe lasciare senza voce quel canto che secondo il magistero del Concilio Vaticano II vuole anticipare «la liturgia celeste che viene celebrata nella santa città di Gerusalemme», della cui intatta bellezza l’architettura di San Miniato è segno e bagliore.

La nostra vita di monaci su questo monte vuole dunque assicurare un’umile ma tenace presenza che sia profezia, custodia e invocazione all’amore di Dio per il bene e la salvezza di tutti. E perché sia presenza solo fondata sulla fede nel Cristo morto e risorto per noi, ogni giorno cerchiamo di imparare a vivere il Vangelo immergendo nel suo amore infinito ogni fragile tratto della nostra umanità. Solo così possiamo sperare che ci venga finalmente donato un cuore davvero monastico: un cuore che sia allo stesso tempo «amator Dei, fratrum et loci».

A San Miniato al Monte, fin dalla fondazione dell’abbazia, vivono monaci che seguono la Regola scritta da san Benedetto (+547); una geniale sintesi, sempre illuminata dal Vangelo di Cristo, della tradizione monastica precedente, patrimonio prezioso della Chiesa indivisa.

Nel testo della Regola ricorre in almeno tre luoghi un perentorio invito che ben compendia tutto lo spessore teologale della nostra vita: «niente anteporre all’amore di Cristo».

Si manifesta così, in questa fortissima “simpatia” per Cristo, il carattere battesimale della spiritualità benedettina e, in definitiva, il suo più vero “segreto”. Mediante una comunione fraterna alimentata dalla preghiera e vagliata dal lavoro e dall’accoglienza i monaci sono infatti persone chiamate a celebrare e a testimoniare tanto l’umiltà del Verbo che si è fatto carne per la nostra salvezza quanto la sua obbediente consegna di sé in un amore senza riserve che nella Pasqua ha vinto per sempre la morte e il peccato.

Ora et labora benedettina: la nostra giornata

C’è un’architettura invisibile a San Miniato al Monte, accanto a quella fatta di pietre, di archi e di marmi. È l’architettura del tempo a cui il suono perentorio e vibrante delle campane dà ogni giorno forma e ritmo perché lo scorrere armonico delle ore ci manifesti l’unico signore del tempo, Cristo Gesù, il cui volto di bellezza deve brillare anche nei minimi frammenti dei nostri minuti.

San Benedetto ci esorta ad obbedire ai rintocchi della campane per associare le nostre salmodie al canto incessante che il Figlio innalza al Padre nello Spirito Santo e per scoprirci strumenti obbedienti nelle mani di quel Dio che, al principio della creazione, ha affidato la terra alla nostra laboriosa custodia.

A San Miniato la giornata inizia alle ore 04:30 con un risveglio che interrompe il sonno per consegnare al Signore le nostre prime energie nelle vigilie, prolungate salmodie che propiziano nel grembo dei nostri cuori in ascolto il parto ancora notturno della parola di Dio, quest’ultima meditata anche col commento degli antichi Padri.

Alle ore 06:30, salutando i primi raggi del sole, celebriamo la vittoria pasquale di Cristo sulle tenebre della morte e del peccato, mentre alle 07:00, alle 09:00, alle 12.30 e alle 14 il quadruplice canto di prima, terza, sesta e nona risveglia nella memoria il ricordo di altrettanti avvenimenti della vita di Cristo e della prima epopea della sua Chiesa.

Alle ore 18:30 il tramonto del sole ci invita col canto del vespro a ricordare i benefici ricevuti nella giornata che volge al termine, a domandare benedizione per le membra doloranti della Chiesa e per l’intera famiglia umana e a supplicare che la consolante presenza di Dio resti con noi nella sera che scende. Fino a quel momento la comunità ha già impiegato non poche ore della giornata nella Lectio Divina, orante lettura delle Sante Scritture, e nel lavoro necessario per sostenere la nostra vita, promuoverne la dignità e custodire responsabilmente quanto ci è stato consegnato dalla Provvidenza.

Alla refezione del giorno segue un vivace momento di ricreazione, tempo assai propizio per corroborare i legami fraterni, e a quella della sera il canto di compieta che, dopo la lettura spirituale, è l’ultima azione corale della comunità: orante e confidente immersione delle nostre vite nell’oscurità della notte, tacito e provvisorio sepolcro destinato ad esser presto squarciato dall’alba pasquale del Risorto. Alimenta ogni giorno questa nostra ferma speranza la celebrazione eucaristica, memoriale efficace dell’amore salvifico dischiuso nel tempo dal petto trafitto del Crocifisso.

La comunità monastica e i fedeli che vi partecipano da chicchi di grano dispersi diventano, con la forza dello Spirito Santo, unico pane e unico corpo in Cristo e con Cristo offerta viva gradita al Padre, segno e strumento, nella Chiesa e nel mondo, della sua pace. E infine, ascoltando l’umile magistero di amore proposto dal corpo spezzato e dal sangue versato, assaporano la sorgente del nostro domani perché vi riconoscono la profezia verace del futuro banchetto celeste.

Un cuore monastico rivolto al Signore e alla città

  • Gli Oblati Benedettini

    Un piccolo e affezionato gruppo di oblati arricchisce la vita spirituale della nostra abbazia di San Miniato a Monte donandole qualificate porzioni di tempo e al contempo irradiando nel mondo quanto essa propizia nelle architetture interiori di chi stabilmente la abita e di chi, come loro, assiduamente la frequenta.

  • La Lectio Divina

    La comunità monastica di San Miniato a Monte, memore della «mutua relatio» fra chiesa e mondo di cui parla il Concilio Vaticano II, ha cercato di creare uno spazio evangelico di accoglienza, di apertura e di dialogo con la città e con le sue sofferte inquietudini. Con questo intento sono nati gli incontri della Lectio divina.

  • L’ospitalità

    La Comunità monastica è lieta di accogliere, nello spirito della Regola di san Benedetto, tutti coloro che vorranno trascorrere nel nostro monastero qualche giorno di raccoglimento per un approfondimento spirituale ed un eventuale discernimento vocazionale.