La Basilica e il monastero: storie di santità e arte
Credere nel Dio di Gesù Cristo significa credere in un Dio che si rivela nella storia, donando così una qualità fortissima alla nostra esperienza del tempo. In questa prospettiva acquistano per noi uno specialissimo significato la memoria, con cui conservare nel cuore la traccia del passaggio del Signore nei nostri giorni, e la speranza, con cui allenarci a guardare al futuro come definitiva dimora della nostra vita in Cristo. Tenace e appassionato esercizio di memoria e di speranza è stata anche la riedificazione, mille anni dopo la nascita di Cristo, della basilica di San Miniato nelle sue forme attuali.
Esercizio di memoria per riproporre all’intelligenza spirituale di una città intera l’eroica vicenda dei primi martiri della chiesa fiorentina, quegli antichi testimoni cioè di una fede che mai intende subordinare Cristo ad alcuna certezza mondana; esercizio di speranza per manifestare allo sguardo di tutta Firenze la città futura, la Gerusalemme celeste, quale esito ulteriore e finalmente definitivo della pur provvidenziale rinascita sociale, economica e culturale propria di quel fondamentale tornante della storia europea.
"Credere significa credere in un Dio che si rivela nella storia"
Didascalia Fotografia - Anno
La storia di san Miniato e l’inizio del suo culto
La più antica testimonianza storica di una chiesa dedicata a San Miniato risale al 783: un luogo di culto è infatti già appellato col titolo di “basilica” in un diploma di Carlo Magno. L’edificio era ormai così negletto e pericolante che il vescovo fiorentino Ildebrando iniziò a ricostruire ex novo, il 27 aprile del 1018, una grandiosa basilica in forme romaniche che custodisse ben più degnamente le reliquie di San Miniato, reperite dallo stesso vescovo sotto l’attuale “porta santa”, in quello che forse si può ritenere uno dei più antichi cimiteri cristiani di Firenze.
In questo luogo e in questa vicenda, come sovente accade, verità e leggenda si mescolano: la tradizione agiografica tramanda, attraverso alcune Vitae ricche di dettagli fantasiosi, l’epopea di un eroico soldato armeno, Miniato, che volle testimoniare la sua fede in Cristo sino al martirio, avvenuto nel 250. Dopo numerosi, ingegnosi e tuttavia inefficaci tentativi di ucciderlo, alla fine i soldati romani dell’imperatore Decio riuscirono nell’odioso intento decapitando Miniato sul greto del fiume Arno: egli però, raccolta la propria testa, salì sul colle dove fu poi sepolto.
L’ARTE E LA STORIA DI SAN MINIATO AL MONTE
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I primi secoli
La memoria liturgica di san Miniato è il 25 ottobre, ma la sua fama è ogni giorno alimentata dalla bellezza del duecentesco mosaico di stile tardo-bizantino della grande abside.
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Dal XV secolo ai giorni nostri
Il fecondo dialogo con l’ambiente umanistico, l’amore anche filologico per la grande tradizione patristica, il paziente investimento del tempo nella cura della bellezza.